Riqualificazione energetica immobili e “casa green” non sono più solo una scelta etica: oggi l’efficienza energetica è uno dei principali fattori che determinano il prezzo di vendita di un immobile. La Direttiva Europea 2024/1275, nota come EPBD, mira a migliorare l’efficienza energetica del patrimonio edilizio in Europa in un’ottica di decarbonizzazione. L’obiettivo di lungo termine è raggiungere edifici a emissioni zero entro il 2050, con tappe intermedie ambiziose: per gli edifici residenziali si è discusso di portare tutti almeno in classe energetica E entro il 2030 e D entro il 2033, mentre i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero dal 2030. Questo quadro normativo ha generato forte attenzione (e preoccupazione) in Italia, dove si stima che oltre la metà degli edifici esistenti abbia basse prestazioni energetiche (classi F o G).
Questi obiettivi stanno già influenzando il mercato immobiliare italiano in termini di prezzi di compravendita, volumi delle transazioni e comportamenti di acquirenti, istituti di credito e investitori, evidenziando vantaggi competitivi e penalizzazioni legati alla classe energetica degli immobili.
Ecco un “foglio di sintesi” delle classi energetiche residenziali italiane secondo il D.M. 26 giugno 2015 (linee-guida APE) e le elaborazioni tecniche più diffuse.
Classe | Indice di prestazione energetica globale non rinnovabile | Consumo indicativo (kWh/m²·anno) | Significato pratico |
A4 | ≤ 0,40 | ~ 9 – 15 | Edificio «a energia quasi zero» (NZEB): involucro altamente isolato, impianti evoluti e forte quota di rinnovabili. |
A3 | 0,40 – 0,60 | 15 – 20 | Prestazioni “passive”; fabbisogno minimo, spesso con pompa di calore + FV. |
A2 | 0,60 – 0,80 | 20 – 25 | Molto efficiente, isolamento e impianti ben dimensionati. |
A1 | 0,80 – 1,00 | 25 – 30 | Nuovo costruito di buona qualità o ristrutturazione spinta. |
B | 1,00 – 1,20 | 30 – 50 | Consumi bassi; cappotto, infissi performanti, impianto efficiente. |
C | 1,20 – 1,50 | 50 – 70 | Efficienza media-buona; spesso frutto di primi interventi di riqualificazione. |
D | 1,50 – 2,00 | 70 – 90 | Edifici anni ’90-2000: migliorabili con coibentazione e infissi migliori. |
E | 2,00 – 2,60 | 90 – 120 | Costruzioni anni ’70-’80 prive di cappotto; interventi consigliati. |
F | 2,60 – 3,50 | 120 – 160 | Consumi elevati; impianti obsoleti e scarso isolamento. |
G | > 3,50 | > 160 | Situazione peggiore: dispersioni elevate e costi altissimi. |
I compratori italiani stanno rapidamente cambiando approccio, incorporando la variabile energetica nelle decisioni d’acquisto. Secondo un’indagine recente, quasi 3 milioni di potenziali acquirenti hanno modificato i propri criteri di ricerca focalizzandosi su case già efficienti dal punto di vista energetico. In pratica, circa un acquirente su due (50% a livello nazionale) cerca attivamente abitazioni di classe alta, percentuale che sale al 60% nel Nord-Ovest. La consapevolezza alimentata dalla direttiva europea – ovvero che acquistare oggi un immobile efficiente significa risparmiare domani sia sulle bollette sia su onerose ristrutturazioni future – sta orientando rapidamente le preferenze. Non a caso, le ricerche online di case che filtrano per alta efficienza sono aumentate di oltre +72% nel 2023 rispetto al 2022.
Contestualmente, si osserva maggiore fretta nel concludere l’acquisto di immobili green: una casa in classe A - secondo un’analisi citata qui - resta sul mercato mediamente 68 giorni, contro i 90 giorni di un’abitazione in classe. Questo divario di oltre 20 giorni in favore delle case efficienti si è accentuato in poco tempo, segno che gli acquirenti attuali sono più rapidi nel farsi avanti per le proprietà energeticamente performanti. La classe energetica è ormai un criterio di scelta trainante, come conferma anche Wikicasa: l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) viene considerato uno strumento utile dal 9% in più di acquirenti rispetto all’anno precedente.
Quando si parla di valore di mercato di un’abitazione, la classe energetica è diventata – nel giro di pochi anni – un vero e proprio “semaforo” che orienta le scelte dei compratori (e le aspettative dei venditori).
In pratica, un immobile efficiente incorpora cinque vantaggi che il mercato monetizza immediatamente: costi di gestione più bassi (i futuri proprietari stimano quanto risparmieranno ogni anno); migliori condizioni di finanziamento (le banche offrono mutui ‘verdi’ con spread ridotti o limiti di prestito più generosi); riduzione del rischio normativo (le direttive europee fissano tappe obbligatorie di riduzione dei consumi); attrattiva abitativa ed emotiva (temperature più stabili, meno muffa e rumori, aria interna più salubre); sinergia con incentivi e detrazioni (chi ristruttura sfruttando gli incentivi (Eco-, Super- e simili) scarica parte dei costi sulla fiscalità e può rivendere un immobile “chiavi in mano”).
Uno studio di Banca d’Italia elaborato sui dati di Immobiliare.it ha rilevato che le abitazioni in classi energetiche elevate si vendono mediamente al 25 % in più rispetto a quelle meno performanti.
In alcune province del Nord Italia il salto da classe G a D ha incrementato il valore di mercato fino al 18 %, mentre il passaggio a classe A può spingersi oltre il 40 %.
(h2) Gli incentivi fiscali disponibili nel 2025
Bonus | Aliquota 2025 | Spese ammesse / condizioni essenziali | Note utili |
Superbonus | 65 % | Solo per cantieri con CILA/CILAS aperta o deliberati entro il 15 ottobre 2024; condomìni ed edifici 2–4 unità | Detrazione in 4 anni |
Ecobonus | 65 % (50 % per infissi, caldaie A + termoregolazione evoluta, schermature solari) | Interventi di riqualificazione energetica su singole unità e condomìni | Ripartizione in 10 anni |
Bonus Casa – risparmio energetico | 36 % (50 % se immobile adibito ad abitazione principale) | Ristrutturazioni ordinarie con miglioramento dell’efficienza | 10 rate annuali |
Investire su un immobile non significa solo “metterlo a nuovo”, ma farlo crescere di valore in modo misurabile. Gli interventi elencati nella tabella agiscono su tre fronti chiave – riduzione dei consumi, aumento del comfort e conformità alle normative future – trasformando il risparmio energetico in un premio di mercato. In altre parole, ogni euro speso in queste opere si riflette in una casa più appetibile per acquirenti e banche, con un ritorno che va ben oltre la pura estetica.
Intervento | Vantaggio energetico | Impatto sul valore |
Cappotto termico | Fino al -40 % di consumi per il riscaldamento grazie alla riduzione delle dispersioni. | Incrementa la classe energetica di 1–2 livelli; premialità in sede di vendita/locazione. |
Sostituzione serramenti e schermature solari | Taglio delle dispersioni e del surriscaldamento estivo; detrazione 50%. | Plus estetico immediato e riduzione rumore, con ritorno economico rapido. |
Pompa di calore ad alta efficienza | Riduce i costi di climatizzazione estiva fino al -40 % e ottimizza il riscaldamento invernale. | Aumenta il comfort e prepara l’edificio all’elettrificazione dei consumi. |
Impianto fotovoltaico con accumulo | Autoproduzione energetica e bollette prossime a zero; accesso a sgravio 65%. | Rende l’immobile quasi “fuel-free”, molto appetibile per giovani acquirenti. |
Building automation (cronotermostati, sensori, domotica) | Gestione intelligente della domanda, fino al 10-15% di risparmio aggiuntivo. | Piccolo investimento, grande percezione di modernità. |
Passare da un’idea di “casa green” a un progetto di riqualificazione concreto richiede un percorso strutturato: serve una diagnosi tecnica puntuale, una strategia finanziaria sostenibile e il rispetto scrupoloso degli obblighi documentali. Solo così si massimizza l’investimento e si evitano intoppi burocratici che possono azzerare le detrazioni. Approfondiamo il percorso operativo in quattro step e i benefici strategici che vanno ben oltre la bolletta:
Ecco quali sono, invece, i benefici strategici della riqualificazione energetica immobili oltre, chiaramente, al risparmio dei consumi:
Protezione dal rischio di sconto al rogito: Gli immobili in classi E-F-G sono ormai l’anello debole del mercato: acquirenti e banche applicano ribassi crescenti per coprire i futuri costi di riqualificazione. Le abitazioni efficienti, al contrario, registrano un premio medio del 25 % sul prezzo di vendita rispetto a quelle energivore, come evidenziato da uno studio Banca d’Italia + Immobiliare.it.
Investire ora protegge il valore e riduce la trattabilità del prezzo in sede di rogito.
Maggiore appetibilità per gli affitti brevi e a lungo termine: Un appartamento che garantisce bollette basse e comfort termico elevato è più richiesto sia per affitti brevi (turismo / business) sia per contratti 4 + 4. La migliore classe energetica può giustificare canoni superiori del 10-15 % e tassi di occupazione più alti, secondo il report FIAIP-ENEA sul mercato 2024.
Contributo alla decarbonizzazione: Nel 2023 le detrazioni fiscali legate all’efficienza hanno generato oltre il 56 % dei risparmi energetici nazionali, pari a 2 Mtep su 3,6 Mtep totali, avvicinando l’Italia al target PNIEC. Scegliere interventi ad alte prestazioni significa quindi non solo ridurre il proprio footprint, ma anche sostenere gli obiettivi climatici del Paese e migliorare la reputazione dell’immobile presso investitori e inquilini climate-conscious.
Riqualificare oggi significa cavalcare l’onda di incentivi ancora generosi, allinearsi alle direttive UE e — soprattutto — trasformare una spesa in un investimento patrimoniale. Con un progetto mirato è possibile aumentare il valore dell’immobile anche del 20-40 %, tagliando le bollette fino al 40 % e rendendo la casa più confortevole, sostenibile e facilmente vendibile o locabile domani. Il miglior momento per iniziare? Prima che le aliquote calino e i requisiti diventino più stringenti.
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